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Martone e lo Smart Working

🖋 Non è mai troppo parlare di Smart Working.


Sullo Smart Working c'è ancora molto da imparare.



Questa considerazione è partita qualche giorno fa quando mi sono trovata completamente d'accordo con @michelmartone , professore ordinario di diritto del lavoro presso l’Università La Sapienza e già viceministro del Lavoro.



Martone ha dichiarato:


«La pandemia ha accelerato tutte le grandi tendenze che attraversavano già il mondo del lavoro, quindi la remotizzazione, la digitalizzazione e la robotizzazione. Abbiamo avuto finalmente un momento per fermarci e per pensare».



Questo è ciò che sostengo da sempre, la pandemia è stata un catalizzatore. Ma qual è la situazione ad oggi e come dovrebbe proseguire il percorso di crescita ed innovazione di questo modello lavorativo?



Utilizzando le parole di Martone «Per lo smart working la sede più idonea è quella della contrattazione individuale, in cui si cerca di coniugare le esigenze aziendali con quelle dei lavoratori».



Quindi come bisognerebbe regolamentare lo Smart Working? A mio avviso attraverso l'ascolto delle imprese non con la legge.



La direzione dovrebbe essere indicata dalle necessità specifiche delle imprese e ciò potrebbe portare a trovare la formula che possa determinare un beneficio ad entrambe le parti, dipendenti ed impresa, aumentando il benessere da un lato e la produttività e l'engagement dall'altro.



«La legge non può risolvere tutti i problemi posti dallo smart working. Mi riferisco per esempio alla proroga delle agevolazioni accordate ai genitori di under 14. Forse per la fretta si è voluto dare una soluzione generale, applicando in un periodo post pandemico una regola elaborata in piena emergenza. Ma il legislatore non ha tenuto conto che le scuole avevano riaperto e che i ragazzi erano rientrati nelle aule».



Lo smart working non è per tutti, e per le aziende che possono metterlo in campo non può essere lo stesso, indiscriminatamente.



Ingabbiare un modello flessibile in regole rigide è un controsenso in termini che può far pagare un conto salato alle nostre imprese.

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